venerdì 8 giugno 2012

InTeRvIsTa Al PrEsIdE R. MaSiAnI


Ho avuto il grande piacere di ottenere un incontro con il preside della nostra facoltà Renato Masiani per proporgli di diventare un ipotetico partner al mio progetto. Dopo avergli mostrato e raccontato come era nato “Architettonicamente”, la prima domanda che ho posto era una sua opinione sul progetto, se aveva dei suggerimenti e se secondo lui avevo dimenticato qualcosa. Il preside si è mostrato abbastanza soddisfatto del progetto ma mi ha proposto di pensare a degli alloggi non solo dedicati agli studenti ma anche ai professori, agli studenti stranieri, alle delegazioni…insomma una sorta di residence! Il secondo punto da lui affrontato è stato quello inerente agli spazi dedicati a stampe, plottaggi, copisteria, indispensabili agli studenti di architettura. Infatti anche la nostra facoltà ha provveduto a crearne uno, nella sede di Gianturco, destinato proprio a queste funzioni. Infatti questo servizio, Dott. Plot, si è dimostrato davvero indispensabile per noi studenti!! Un altro suggerimento del preside riguardava la vendita di riviste di architettura all’interno dell’edificio; questo risulterebbe molto utile agli studenti ma anche ai cittadini del quartiere che magari, una volta incuriositi da questo mondo, potrebbero interessarsi di progetti di architettura, urbanistica e design. Inoltre ho chiesto al preside qualcosa riguardo al numero di alloggi; mi interessava sapere se dovevo prevederne un certo numero prefissato o se potevo essere libera nella scelta. La risposta è ricaduta sulla seconda opzione anche perché, realizzare alloggi per tutti gli studenti fuori sede risulterebbe davvero complicato. Infatti il preside mi ha mostrato dei dati statistici del 2008-2009 in cui risultava che su 10000 studenti iscritti alla Sapienza, circa il 14% proveniva dalla regione Lazio ed il 18% dall’estero. Da questo risulta chiaro che prevedere alloggi per tutti gli studenti fuori sede sarebbe, per usare un blando eufemismo, un tantino difficile. Piuttosto risulterebbe molto utile prevedere laboratori e corsi di modellazione 3D.
Per quanto riguarda invece il servizio della mensa, mi interessava molto sapere dal preside come mai noi non abbiamo questo servizio così importante. La risposta mi ha molto sorpreso, infatti grazie a questo colloquio sono venuta a sapere che, in realtà, sono circa tre anni che la nostra facoltà sta cercando provvedere a questo servizio. Già esiste un progetto, previsto per uno spazio situato a Piazzale della Marina promosso dalla ditta DISU. Ma per una serie di eventi e per mancanza di fondi, questo progetto non è ancora riuscito a prender vita e probabilmente la sua realizzazione avverrà fra molti anni. Con questa piacevole chiacchierata ho capito che molti spazi da me pensati in realtà sarebbero davvero molto utili e tra l’altro già ci si era mossi per realizzarli.
In conclusione, posso dire che questo colloquio è stato sicuramente molto
fruttuoso nonché gradevole. Per cui ringrazio vivamente Renato Masiani per la gentile disponibilità.

lunedì 21 maggio 2012

InTeRvIsTa AlL'aRcHiTeTtO RoSeTtA AnGeLiNi


Rosetta Angelini, architetto, esperta di progettazione paesaggistica, concentra il suo lavoro sulla percezione del territorio quale elemento vivo in continua evoluzione. In questo ambito ha partecipato a diversi concorsi di progettazione e alle relative pubblicazioni (Il giardino degli Innamorati, Merano, L'Isola dei Platani, Bellaria, Urban Eyrie, London). Ha conseguito il primo premio nel concorso Sky Office sulla personalizzazione, programmabilità e riconfigurabilità degli spazi di lavoro e una Menzione in Europan 8 con una proposta nell'area della bonifica di Ostia Antica che approfondisce la proposta di un campus per lo studio del Delta del Tevere presentata nella sua Tesi di laurea del 2004. Ha indagato il rapporto tra natura e architettura interattiva anche con il progetto E-Metro e collaborato all'allestimento della mostra "Script -Terragni futuro" nella edizione della mostra Spot on schools a Firenze del 2005. Titolo della tesi di laurea "Un Campus nella Bonifica di Ostia Antica. Sistemi interattivi e nuove tecnologie per lo studio dell'ambiente". Relatore Prof. Antonino Saggio.

Ha progettato e realizzato il centro diurno per ragazzi minorenni “Civico Zero”, facente parte di Save the Children Italia. Il centro accoglie al suo interno tutta una serie di attività che vanno dall'accoglienza, all'amministrazione, ai laboratori creativi e alle attività di servizio e ludico-ricreative.


Inoltre ha realizzato La Galleria di Architettura "come se", uno spazio che nasce per mostre di architettura, design ed eventi multidisciplinari; è quindi uno spazio flessibile, in continuo movimento. , dove vita, architettura, arte e cultura si fondono continuamente. " come se" e' uno spazio interconnesso, sempre in movimento, unico nel suo genere, vivo ed organico in cui il fruitore e' artefice del suo spazio. "come se" oltre all'area espositiva ospita uno studio di architettura impegnato nella progettazione e nel design ed una piacevole "cold-kitchen" dove tra un drink e un caffe', e' possibile scambiare idee con diversi interlocutori.

























"come se" s.r.l.
address: via dei Bruzi, 4/6 | 00185 Roma
phone: +39 06 44.36.02.48


website: www.comese.me.it
e-mail: info@comese.me.it

INTERVISTA ALL’ARCHITETTO ROSETTA ANGELINI

G: Come dovrebbe essere, per lei, una galleria di architettura?
R.A.: Per quella che è stata la mia esperienza, con la galleria di architettura “Come se” ritengo che uno spazio museale di questo tipo debba possedere un forte carattere architettonico, non solo a livello formale ma anche per quanto riguarda la scelta dei materiali e dei dettagli. Molto importante è il concetto di fluidità, di flessibilità, di continuità degli spazi.
L’idea era quella di avere uno spazio che fosse separato ma mai completamente diviso, fatta eccezione per gli spazi di servizio che necessariamente devono essere separati. Ho realizzato, in corrispondenza di un pilastro posto quasi al centro dello spazio, una mandorla che filtra la zona dei servizi igienici, dei locali tecnici e dei laboratori ma per il resto lo spazio non risulta mai diviso e separato, c’è sempre una continua fluidità che per me era molto importante ottenere. Anche i locali tecnici sono collegati tra loro in modo continuo e questo mi permette di spostarmi ed organizzare eventi senza necessariamente passare nello spazio dedicato alle mostre. Questo sistema quindi risulta essere molto funzionale, in pratica è una macchina. Ma questa mandorla in realtà è il frutto di una grossa crisi che ho avuto ma che poi si è rivelata un’opportunità progettuale. Per cui io suggerisco sempre, prima di eliminare un elemento di crisi, di pensarci bene perché invece potrebbe diventare un’opportunità come è stato per me. In questo caso vi era un pilastro che ho deciso di far diventare un elemento su cui lavorare (piuttosto che eliminarlo) realizzando questa mandorla in cui ho ricavato degli spazi per me utilissimi come il guardaroba e uno spazio per riporre gli strumenti per le pulizie con anche una doccia. Questa mi permette, insieme ad un soppalco che ho progettato sul mio studio, di poter trascorrere, se necessario, anche la notte nella galleria che risulta essere una mixitè di funzioni. La mandorla è l’elemento che crea dinamismo all’interno della galleria. Inizialmente, per quanto riguarda la realizzazione della galleria, avevo pensato a dei dislivelli che però non si adattavano bene al mio progetto dato che una scelta del genere avrebbe comportato la necessità di realizzare rampe per disabili non idonee alla metratura che avevo a disposizione.  Nello spazio che avevo per realizzare il mio progetto, vi era una pendenza naturale, un dislivello di circa 20-25 cm che si percepisce camminando all’interno della galleria, che anche se minimale, è importante per il discorso della continuità e della fluidità dato che accentua il percorso del camminamento.
Quello che tengo a sottolineare è l’importanza della scelta di un tema progettuale che, nel caso della galleria “Come se” ho identificato nelle “linee spezzate”. Queste linee spezzate si ritrovano nel controsoffitto, ma io le ho poi mantenute in tutto il progetto e questo ha contribuito a dare ancora di più un carattere architettonico al progetto. Quindi dal momento in cui tu trovi un elemento caratterizzante, quello più viene ripetuto, anche se con modalità diverse, e più quello fa sistema in tutto il progetto. Anche per quanto riguarda l’arredamento, ho tenuto molto a mantenere il tema di queste linee spezzate, realizzando io stessa la maggior parte degli arredi che così risultano essere side-specific, pensati apposta per quell’ambiente.
G: Si infatti anche io, nel mio programma, avevo previsto degli arredi realizzati proprio dagli studenti di architettura e di design che potevano poi anche essere messi in vendita.
R.A.: Certo infatti più uno spazio è caratterizzato e più qualsiasi cosa vi entra dentro deve in qualche modo dialogare con lo spazio altrimenti risulta estraneo. E questo vale anche per le mostre, soprattutto di architettura, che prendono fortemente in considerazione lo spazio, quindi gli allestimenti che sono realizzati sono side-specific perché non si sta lavorando dentro una scatola vuota, uno spazio neutro col quale non c’è bisogno di dialogare, ma si tratta di uno spazio fortemente caratterizzato.
G: Quindi c’è sempre una sorta di selezione per quanto riguarda la mostre che vengono ospitate nella galleria?
R.A.: Questo viene da sé, nel senso che tu vuoi esaltare il tuo lavoro entrando in sintonia con lo spazio in cui ti trovi; più tu ne comprendi l’essenza e ci entri quindi in sintonia, e più il tuo lavoro sarà esaltato. Per cui tutti gli studi di architettura che con me hanno fatto delle mostre sono riusciti a fare questo lavoro ed in questa maniera hanno esaltato sia il loro lavoro sia il mio spazio; è una cosa reciproca. Ad esempio la mostra di Tstudio. Loro hanno realizzato un allestimento talmente in sintonia con lo spazio che io ho deciso di mantenerlo proprio come elemento architettonico della galleria, molto funzionale. Poi io lo ho tolto e ne ho realizzato un altro che mi serviva ma sempre pensato sulla base di quello: si tratta di un cordolo che corre lungo tutta la galleria che non nasce con questa ma sembra fatto ad hoc. Tstudio aveva esposto lavori in bianco e nero che ben si adattavano alla galleria; ma anche il loro modo di progettare è molto dinamico, con linee spezzate.
Diverso è invece il rapporto con gli artisti che sono molto concentrati sul loro lavoro e che però non hanno questo livello di comprensione nel capire invece quanto sia importante che loro si relazionino col contesto e con lo spazio e quanto questo sarebbe per loro un’opportunità di crescita artistica.
G: Vi è un rapporto tra la galleria e gli studenti?
R.A.: Vi è un rapporto molto stretto, grazie anche alla presenza del prof. Saggio. spesso i luoghi istituzionali non consentono di organizzare determinate attività come workshop. Potresti quindi creare una struttura parallela in cui poter inserire queste attività più strumentali. E’ molto importante avere un programma dei giovani che possono incentivare le mostre, gli eventi e le conferenze.
G: E a livello spaziale? Come è organizzato?
R.A.: Per quanto riguarda il mio spazio, questo risulta essere molto semplice ma vi ho inserito degli elementi mobili, dei cuscini, nascosti all’interno del cordolo a mò di cassapanca, che se ruotati diventano dei divani oppure dei tavoli che sono componibili, utilissimi per quando si organizzano workshop.
G: Cosa ne pensa dell’idea di tenere dei corsi di modellazione all’interno di questi spazi?
R.A.: Trovo che sia un’ottima idea, anche nella mia galleria sono stati organizzati dei corsi di modellazione per studenti.
G: Cosa ne pensa degli spazi da me previsti? Me ne suggerirebbe degli altri?
R.A.: Dovresti assolutamente prevedere degli spazi di deposito. Sono fondamentali. Ad esempio, quando organizzo della conferenze, mi occorrono circa 40-50 sedie che utilizzo solo quando mi occorrono; anche riallacciandomi al discorso precedente dei workshop, in quel caso mi occorrono circa 20 tavoli e quindi ho bisogno proprio di spazi per contenere questi arredi temporanei nel momento in cui non vengono utilizzati.
G: E per quanto riguarda gli impianti?
R.A.: Per la mia galleria ho previsto un sistema elettrico implementabile (prese elettriche, aree per videoproiezioni, controsoffitto per nascondere i fili, areatori…). E’ importantissimo per questo l’utilizzo del controsoffitto in quanto nasconde tutti i cavi degli impianti e gli impianti di areazione; la parte impiantistica è fondamentale. Credo sia importante anche avere una sorta di ferramenta, laboratori di falegnameria anche per i plastici.
G: Nella galleria è previsto anche uno spazio per la gastronomia?
R.A.: Certo. La gastronomia è un elemento fondamentale, che unifica un po’ tutto e tutti i mondi; è quell’elemento che racchiude anche i non addetti ai lavori e magari una persona viene e tramite la gastronomia si avvicina all’architettura. Anche per quanto riguarda l’aspetto della gastronomia c’è tutto un discorso particolare; noi ad esempio proponiamo una gastronomia biodinamica e biologica, all’interno della galleria abbiamo anche una sede della GAS (Gruppo di Gastronomia Solidale). Io credo che tu debba mantenere un livello di permeabilità abbastanza flessibile perché l’architettura è una sorta di nicchia per molte persone quindi bisogna farle avvicinare con degli escamotage e la gastronomia permette di far ruotare intorno al tuo spazio un tipo di pubblico molto più eterogeneo altrimenti rischi di chiuderti un po’ troppo, col rischio che diventi un mondo a sé. Per questo io prevederei delle cooperazioni  con i comitati di cittadini per pensare di realizzare insieme, ad esempio, un arredo urbano. Quindi pensa molto a come coinvolgere anche gli abitanti del quartiere ricercando dei momenti di forte collaborazione, per non creare un’isola in un contesto estraneo. In questo modo, invece, avrai uno spazio poroso. Ad esempio io mi sono inventata una sfilata di moda creando degli abiti in stile contemporaneo riprendendo ad esempio le linee di Zaha Hadid. Bisogna trovare delle chiavi di lettura per tutti.